Passo indietro numero 2, Newton

"Scattavo foto ovunque, ma non ho mai pensato che il mio lavoro fosse una forma d’arte. In ogni caso volevo prostituire questo talento che mi era stato dato" (Helmut Newton)

43fc9c5a3bd09_bigSede della mostra è Palazzo Reale a Milano, allestito per l’occasione con toni rosa fucsia alle pareti e moquette nera, abbigliamento insolito e riuscito. I 90 scatti esposti, quasi tutti nel bianco e nero che ha reso famoso Newton, sono diligentemente alternati: un nudo, o un ritratto, e un paesaggio, per ricordare che comunque, sì, la mostra si chiama Sex and landscapes, anche se qualcuno troverà risposta al fatto che il grande fotografo non diventò famoso per le nature morte quanto per le vive…(lo stesso Newton affermava scherzando che a nessuno interessavano le sue fotografie di fiori..)

Peonie che sfioriscono, onde che si rifrangono, statue di madonnine che emergono da piazze notturne, manica lungastrade perdute che ricordano film di Lynch, colossi della campagna fiorentina, ma anche la manica lunga del Castello di Rivoli, oppure il mare al largo di Montecarlo dopo un Gran Premio, numerose vedute aeree di un viaggiatore costante…. tutto questo ci regala un’inedita prospettiva dell’autore.

Accanto, per non farci dimenticare ciò che ha reso unico il suo talento , quasi sembrano bellstaccarsi dall’immagine le labbra rosse di Monica Bellucci, i contorni curvilinei in torsione di personaggi famosi o modelle senza nome, scatti sempre trasgressivi quando non crudeli, che turbano o interrogano, come i candidi polpacci di una donna su un inginocchiatoio, o una bionda al telefono colta da una forte folata di vento. In un corridoio di passaggio uno specchio riflette una fotografia di una donna nuda allo specchio, per ripetere all’infinito il gioco voyeurista. Un’intenzione simile si ritrova nello scatto che fa il verso a Velasquez, e lo specchio è sostituito da uno schermo televisivo – nella stessa sala una chaise longue simile a quella immortalata attende che qualche osservatore si segga per riposarsi – al soffitto uno specchio per rimirarsi seduti – o arditamente sdraiati 038newton03come la modella della foto.

Ancora, scorrono visioni di due donne avvinghiate ai piedi di un albero, sex dolls scarnificate, una rossa in piedi su una sedia, oppure una bionda su un altalena, e images1una coppia che quasi si fonde tra le volute nodose di una quercia, o sfondi anche metropolitani, come nel ritratto di Michael Hutchence quasi defilato per lasciar campo a due lucciole, e riprese "sul vivo" di personaggi in abiti di pelle sadomaso ad Orange County, scatti di indefinibile collocazione tra feticismo/sesso/corpo/paesaggio e dalle infinite interpretazioni personali, più o meno confessabili (la fotografia è forse il mezzo più immediato per l’estrapolazione delle proprie manie, delle proprie perversioni – come se vedersele contornate in bianco e nero potesse dar corpo ai fantasmi inespressi) .

kneesIn una saletta alla quale si accede attraverso la riproduzione di una celebre fotografia "tagliata", si proietta il documentario girato da June, la moglie di Helmut, che ci illustra i backstage di alcuni scatti famosi: Cindy Crawford, Claudia Shiffer, Sigourney Weaver e tanti altri nomi illustri documentati nella costruzione delle loro pose.

A fine esposizione, un piccolo giro nel book shop, dove ritrovare le immagini preferite e scoprirne di nuove.

Io mi sono soffermata su Willy Ronis.

"In fotografia ci sono due parole volgari: la prima è arte, la seconda è buon gusto. La bellezza è intelligenza. E il fascino non ha nulla a che fare con il denaro." (Helmut Newton)

 

HELMUT NEWTON
Sex and Landscapes

Milano, Palazzo Reale
25 febbraio – 4 giugno 2006

17.05.2006 ore 11,31

http://www.mostranewton.it/

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3 commenti su “Passo indietro numero 2, Newton

  1. Ot: sono stato coinvolto in una catena bloggoira e ti ho a mia volta invitato … ovviamente, senza alcun impegno, è una cazzata … 🙂

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